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TuttiAllOpera • Leggi argomento - Strumenti a fiato : i Legni e gli Ottoni
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Strumenti a fiato : i Legni e gli Ottoni

MessaggioInviato: 09/03/2011, 18:39
da Tuttiallopera
in cui, a differenza dell'organo e degli strumenti a mantice come la zampogna o la fisarmonica, la colonna d'aria che vibrando genera il suono è prodotta direttamente dal fiato dell'esecutore. Una distinzione empirica è quella tra legni e ottoni, che si riferisce al materiale con cui sono fabbricati (o lo erano originariamente: il flauto, per esempio, rientra tra i legni pur avendo oggi il corpo metallico). Una classificazione più precisa è quella che prende in considerazione il mezzo con cui viene posta in vibrazione la colonna d'aria. Si hanno così strumenti a imboccatura naturale - in cui il soffio urta contro l'orlo di un foro prodotto nel tubo sonoro (flauto traverso e flauto diritto, ocarina, fischietti); strumenti ad ancia - lamella che vibra quando è investita dal flusso d'aria e che può essere semplice, ossia singola (clarinetto, sassofono) o doppia (oboe, fagotto); strumenti a bocchino, forniti cioè di un'estensione del tubo, a forma di tazza conica o cilindrica, sulla quale l'esecutore poggia le labbra, che assumono così la funzione di doppia ancia (tromba, corno).
La canna del corpo dello strumento (di sezione cilindrica come nel flauto o nel clarinetto, oppure più o meno conica come nella tromba o nel sassofono) è fornita di una serie di fori: l'esecutore li chiude e li apre o direttamente con le dita o tramite chiavi (flauto, sassofono) o pistoni (tromba) determinando in questo modo la lunghezza della colonna d'aria che vibra, e quindi l'altezza del suono prodotto. Un meccanismo utilizzato per variare la lunghezza del tubo è quello della coulisse del trombone.
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Strumento a fiato tubolare nel quale il flusso d'aria è indirizzato dall'esecutore contro uno spigolo in modo che quest'ultimo funzioni come generatore di pulsazioni; queste si trasmettono alla colonna d'aria contenuta nel tubo producendo un suono. Lungo il tubo sono solitamente aperti dei fori (7 anteriori e 1 posteriore), che opportunamente chiusi o aperti dalle dita del suonatore determinano una differente altezza delle note. Di legno o di metallo, il flauto si distingue in flauto diritto (o flauto dolce) e flauto traverso. Nei flauti traversi, come negli strumenti tipici dell'orchestra occidentale, nell'indiano bansri e nel cinese di, l'imboccatura (boccola, o bocca) è ricavata direttamente nel tubo. Nei flauti a imboccatura terminale il foro d'apertura è posto all'estremità del tubo (come nell'arabo ney). In altri flauti, come nel penny whistle, nel flauto diritto, e nell'ocarina, l'imboccatura è caratterizzata da una stretta fessura che conduce il fiato contro il bordo dell'apertura del tubo. Il flauto traverso, il tipo più diffuso oggi nella cultura occidentale, era conosciuto in Cina già nel 900 a.C. Intorno al 1100 d.C. raggiunse l'Europa, dove venne utilizzato nelle zone di lingua tedesca. Da qui nacque l'antico nome di flauto tedesco per il flauto traverso. Famiglie di flauti, comprendenti taglie dal soprano al basso, furono suonate nel XVI e XVII secolo nell'ambito della musica da camera. Costruiti in un unico pezzo, questi flauti possedevano un corpo cilindrico e sei fori d'apertura lungo il tubo. Il flauto fu ridisegnato verso la fine del XVII secolo dagli Hotteterre, famiglia francese di musicisti e costruttori di strumenti a fiato. Essi costruirono gli strumenti in tre sezioni con cameratura conica, aggiungendo una chiave per facilitare la diteggiatura. Questo strumento poco alla volta, a partire dal tardo Settecento, sostituì il flauto dolce nell'ambito orchestrale. Vennero inoltre aggiunte gradualmente altre chiavi. A partire dall'Ottocento il flauto era fornito comunemente di quattro chiavi, che nel corso del secolo divennero otto. Nel 1832 il flautista tedesco Theobald Böhm creò un nuovo tipo di flauto a cameratura conica, e nel 1847 ne brevettò un tipo a tubo cilindrico, che divenne poi il modello più utilizzato di flauto fino ai giorni nostri. Questo strumento possiede tredici o più fori controllati da un sistema di chiavi e un'estensione di tre ottave più un tono, a partire dal do centrale. Altri flauti in orchestra sono l'ottavino, intonato un'ottava sopra al flauto ordinario, il flauto contralto, solitamente intonato una quarta sotto al flauto ordinario e il flauto basso, intonato invece un'ottava sotto. Il flauto possiede un suono leggero e rotondo ma corposo e robusto nel registro grave, e non eccessivamente penetrante. Per questo motivo è utilizzato per alcuni assoli di particolare atmosfera, come nell'apertura del Prélude à l'Après-Midi d'un Faune di Debussy. Il registro più acuto del flauto, e di conseguenza anche l'ottavino, è decisamente penetrante e può essere sentito in qualsiasi tipo di scrittura orchestrale. In questo ambito è spesso utilizzato in passaggi che prevedono il tutto orchestrale, raddoppiando sovente la parte dei violini. Tra i maggiori flautisti del nostro tempo, si ricorda Severino Gazzelloni.





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Strumento a fiato con cameratura cilindrica, padiglione svasato e ancia semplice. I clarinetti moderni, costruiti prevalentemente in ebano e talvolta in plastica, sono muniti sul tubo di 20 o più fori, che vengono chiusi direttamente dalle dita dell'esecutore o tramite chiavi per ottenere note di differente altezza. Il clarinetto possiede un timbro dolce ed è capace di notevoli agilità, in particolar modo nell'esecuzione di scale e arpeggi. Lo strumento offre inoltre grandi possibilità di escursione dinamica. La taglia più diffusa del clarinetto è il soprano in si bemolle che ha un'estensione di circa tre ottave e mezzo: la nota più grave è il re (scritta mi) sotto il do centrale. Nel salto d'ottava, che si ottiene azionando una chiave portavoce e tramite una maggiore pressione nell'emissione dell'aria, l'intervallo prodotto è di una dodicesima, a causa della mancanza delle armoniche pari, e non di un'ottava come avviene negli strumenti come i flauti e gli oboi. Altre taglie meno comuni di clarinetto sono quelle di soprano in la (un semitono sotto il si bemolle); di soprano in mi bemolle (una quarta più acuto); di basso (un'ottava più grave del soprano in si bemolle); e di contrabbasso (un'ottava sotto il basso). Il corno di bassetto è un clarinetto alto intonato in fa sotto il si bemolle. La musica per tutte le taglie dei clarinetti è scritta come se fosse destinata a uno strumento intonato in do: in un clarinetto in si bemolle una nota scritta corrispondente a un do suonerà sullo strumento come un si bemolle. Gli esecutori possono così agevolmente cambiare strumento senza dover cambiare ogni volta la diteggiatura. La denominazione clarinetto in si bemolle non indica la nota fondamentale emessa dallo strumento, ma il tipo di notazione utilizzato, contrariamente a quanto avviene negli strumenti come il trombone o la tuba. Il clarinetto fu inventato intorno al 1700 dal costruttore di flauti tedesco Johann Christoph Denner a partire da uno strumento di carattere popolare precedentemente diffuso, lo chalumeau. Dopo il 1840 furono sviluppati due nuovi e complessi sistemi di chiavi e diteggiatura: il sistema Boehm, utilizzato in molti paesi e brevettato nel 1844 dal costruttore francese Auguste Buffet, che adattò il sistema inventato per il flauto dal costruttore tedesco Theobald Boehm; e il sistema del costruttore belga Eugène Albert, sviluppato intorno al 1860 e meno diffuso del precedente. I clarinetti furono introdotti nell'orchestra a partire dal 1780. Fra le prime composizioni che prevedono partiture per clarinetto possiamo ricordare una Ouverture per due clarinetti e corno (1742 ca.) di George Friederich Händel e il Concerto per clarinetto (1791) di Wolfgang Amadeus Mozart. In orchestra, lo strumento non assunse ruoli solistici di particolare rilievo fino alla metà del XIX secolo, se si escludono alcune pagine di Schubert (nell'Incompiuta) e di Weber (nel Franco cacciatore). Con Brahms e Cajkovskij il clarinetto raggiunse maggiore importanza in ambito orchestrale. Nel corso del XX secolo, compositori come Bartók e Ravel hanno frequentemente utilizzato il clarinetto a causa della sua notevole estensione e della straordinaria agilità nei passaggi solistici, ma anche come strumento di raddoppio di altri strumenti soprani.




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(Anche saxofono), strumento musicale a fiato ad ancia ideato attorno al 1840 dal costruttore di strumenti belga Adolphe Sax. Il sassofono combina nella sua costituzione l'ancia semplice e il bocchino del clarinetto con un corpo metallico e con la forma conica, in versione ampliata, del tubo dell'oboe. Il corpo presenta venti fori, coperti da calottine, che si possono aprire e chiudere a gruppi tramite sei tasti, o chiavi, azionati da indice, anulare e medio di ciascuna mano. Altri due fori, detti portavoce, vengono usati per produrre note di un'ottava superiore o inferiore a quella della gamma normale. La maggior parte dei componenti della famiglia dei sassofoni ha l'estremità ricurva come quella del clarinetto basso; altri, come il soprano, hanno forma diritta a somiglianza del clarinetto standard. I sassofoni più comuni sono il soprano, il contralto (o alto), il tenore e il baritono, dotati tutti di un'estensione di circa due ottave e mezzo. La qualità timbrica va dal dolce, flautato e morbido, al freddo e metallico. Il sassofono fu introdotto per la prima volta nell'orchestra sinfonica nel 1844, e per lo strumento sono state scritte occasionalmente parti orchestrali, per esempio dai francesi Hector Berlioz e Georges Bizet. Anche il compositore tedesco Richard Strauss utilizzò un quartetto di sassofoni nella sua Symphonia Domestica (1903). Tra le composizioni in cui il sassofono compare come solista accompagnato dall'orchestra si possono ricordare la Rapsodia di Claude Debussy e una Fantasia per sassofono e orchestra (1948) di Heitor Villa-Lobos. Nelle bande militari, i sassofoni abitualmente prendono il posto dei clarinetti. Lo strumento guadagnò una particolare popolarità negli Stati Uniti, dove fu associato specialmente con lo sviluppo del jazz. Tra i maggiori sassofonisti jazz si ricordano Sidney Bechet (soprano); Charlie Parker (alto); Lester Young, John Coltrane e Coleman Hawkins (tenore); e Gerry Mulligan (baritono).




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Strumento a fiato ad ancia doppia con corpo in legno e una stretta cameratura ad andamento conico. L'oboe fu inventato dai musicisti francesi Jean Hotteterre e Michel Philidor intorno alla metà del XVII secolo, modificando la più potente bombarda (lo strumento ad ancia doppia allora maggiormente diffuso) utilizzata generalmente per esecuzioni all'aperto. L'oboe di Hotteterre e Philidor, detto hautbois (che in francese significa "legno alto" o "forte"), aveva una cameratura più stretta di quella della bombarda, un corpo in tre pezzi in luogo di uno e un'ancia più piccola. Dal XVIII secolo, molte orchestre cominciarono a utilizzare una coppia di oboi. I primi strumenti di questo tipo possedevano sette fori di diteggiatura e due chiavi. Nel corso del Settecento cominciarono a diffondersi i modelli a quattro chiavi. Nel secolo successivo furono aggiunte altre chiavi, che raggiunsero il numero di 15 e oltre; inoltre furono ridisegnati i fori di diteggiatura e la cameratura. Gli oboi della scuola francese, i più utilizzati ai giorni nostri, possiedono una cameratura piuttosto stretta e un suono assai penetrante. Gli strumenti di scuola tedesca, usati, oltre che in Germania, a Vienna e nelle zone culturalmente legate a questa città, hanno un suono più dolce e una cameratura più larga. L'estensione dell'oboe moderno è di due ottave e mezzo a partire dal si bemolle sotto il do centrale. Händel, Haydn, Mozart, Beethoven, Schumann e Nielsen sono alcuni dei compositori che hanno scritto brani nei quali l'oboe è protagonista. Il corno inglese è un oboe contralto, la cui estensione è una quinta sotto quella dell'oboe. Non va confuso con l'oboe da caccia utilizzato da Johann Sebastian Bach. L'oboe d'amore, inventato intorno al 1720 e anch'esso usato da Bach, è intonato una terza sotto l'oboe. Lo heckelphone (inventato nel 1904) è un oboe baritono, di un'ottava più basso dell'oboe. Il termine oboe viene inoltre riferito generalmente a qualsiasi strumento ad ancia doppia, come ad alcuni strumenti tradizionali europei (ad esempio la zurla dei Balcani), oppure all'aulos dell'antica Grecia, o all'indiano agasvaram e al giapponese hichiriki.




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Strumento a fiato ad ancia doppia appartenente alla famiglia dei legni. Lungo circa 260 cm, ha un tubo conico a forma di U e il corpo diviso in quattro parti. Le parti estreme dello strumento sono innestate sulla sezione mediana, detta piede o stivale, costituita da un blocco a sezione ovale nel quale sono ricavati due tratti di tubo paralleli, uno ascendente e l'altro discendente. Il fagotto ha solitamente otto fori per la diteggiatura controllati da chiavi. L'ancia è situata al termine di un tubo metallico ricurvo. Sviluppatosi intorno al 1650 dalla dulciana (che era ricavata da un unico blocco di legno), il fagotto possiede un'estensione di circa tre ottave e mezzo, dal si bemolle sotto al do centrale. Fu introdotto in orchestra verso la fine del Seicento, soprattutto in funzione di sostegno alla sezione grave degli archi. Nel periodo classico, compositori come Haydn e Mozart proposero una sua diversa collocazione all'interno dell'orchestra, affidandogli un ruolo indipendente nella sezione degli strumenti a fiato. Nel corso del XIX secolo subì modifiche sostanziali: in particolare i costruttori tedeschi aggiunsero chiavi e riposizionarono i fori d'apertura, fino a dare allo strumento la morfologia attuale. Il controfagotto è intonato un'ottava più giù del fagotto. Il suo suono lamentoso è stato utilizzato con grande effetto da Beethoven nelle sinfonie, oltre che nella cupa scena del carcere nel Fidelio.




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Strumento a fiato della famiglia dei legni.
Simile al fagotto, il controfagotto ha la medesima estensione e notazione di quest'ultimo, ma all'ottava inferiore. Il timbro, nella parte grave, è molto bello, ma nella media e in quella acuta non desta particolare interesse, mancando di morbidezza nell'articolazione; quando non era ancora ben perfezionato, veniva sostituito talora dal sarrusofono.



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Strumento in ottone che produce il suo suono grazie alla vibrazione provocata dalle labbra del musicista contro il bocchino a tazza dello strumento. Nella famiglia della tromba trovano posto sia gli strumenti derivati da corni di animali, sia quelli con cameratura più o meno cilindrica. In molte culture sono presenti trombe costruite con grandi conchiglie usate come strumenti rituali. Trombe in argento e in bronzo con tubi lunghi e diritti, cameratura conica e campana allargata furono particolarmente diffuse nell'antico Egitto e ricordano altri strumenti, come la hasosra ebraica, la tuba romana e la salpinx greca. La tromba lunga e diritta, detta buccina, fu sostituita in Europa da una versione più corta intorno al XIV secolo. Verso il 1400 si cominciarono a costruire trombe con tubo ripiegato; in seguito, intorno al XVI secolo, questo fu piegato seguendo il disegno di una specie di cappio allungato. È in quest'ultima forma, costruita in ottone o argento, che la tromba viene utilizzata in orchestra fino al XIX secolo. La stretta cameratura cilindrica dà allo strumento un timbro brillante, ma le sue note sono limitate alla serie degli armonici della nota fondamentale emessa, determinata dalla lunghezza dello strumento stesso. I costruttori di strumenti degli inizi dell'Ottocento cominciarono a progettarne uno in grado di realizzare l'intera scala cromatica. Un'invenzione che non ebbe lunga vita fu un meccanismo a chiavi per aprire e chiudere i fori di apertura disposti lungo il tubo. Fu intorno al 1820 che furono aggiunti i pistoni. L'apertura delle valvole tramite l'azione dei pistoni permetteva di aumentare la lunghezza del tubo, aggiungendo un ulteriore suono fondamentale e i relativi armonici. La tromba moderna possiede tre pistoni e un tubo parzialmente cilindrico e parzialmente conico. La tromba solitamente utilizzata oggi nell'ambito dell'orchestra è tagliata in si bemolle e ha un'estensione di circa tre ottave a partire dal mi (mi sotto al do centrale). Vengono regolarmente utilizzati altri modelli di tromba, tagliati in do, re, mi bemolle, fa, e in si bemolle (un'ottava sopra alla tromba di cui abbiamo parlato precedentemente), anche nell'ambito della musica contemporanea per realizzare alcune composizioni di maestri del passato come il Concerto brandeburghese n. 2 e la Messa in si minore di Johann Sebastian Bach. La tromba bassa, intonata un'ottava sotto alla tromba standard in si bemolle, ma anche in si o in do, fu introdotta in orchestra da Richard Wagner nella tetralogia dell'Anello del Nibelungo. La tromba è uno strumento traspositore, sicché tutte le taglie dello strumento leggono come se il loro strumento fosse intonato in do (quindi una nota che sulla pagina è scritta come un do suona come un si bemolle in una tromba in si bemolle). Questo sistema di scrittura permette agli esecutori di cambiare con grande facilità gli strumenti senza dover cambiare ogni volta diteggiatura. Tra i virtuosi della tromba, un personaggio particolarmente caro al pubblico di tutto il mondo è stato il trombettista e cantante jazz Louis Armstrong.


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Piccolo flauto di forma ovoidale con imboccatura protundente a fischietto. Lo strumento può avere fino a dieci fori per la diteggiatura. L'ocarina è simile al flauto globulare presente in diverse culture. Può essere costruita in terracotta, metallo o plastica, e produce un suono a metà strada fra il flauto e il fischietto. Inventato da Giuseppe Donati nel 1867, lo strumento è stato utilizzato dai suonatori ambulanti e possiede un'intera famiglia, dal basso al soprano.





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Strumento a fiato con apertura conica, dal corpo metallico o ricavato direttamente da un corno animale. In quella che corrisponde anche a una classe di strumenti, il suono viene prodotto grazie alla vibrazione delle labbra contro l'imboccatura, così come avviene nella tromba. Corni animali che producono una o due note sono diffusi fin da tempi remotissimi in numerose culture. In questa categoria possono essere inclusi i corni da caccia medievali, i corni reali africani in avorio, il cornu e l'ebraico shofar. Molti di questi strumenti furono in seguito costruiti in metallo e dettero vita a corni come il lur dell'antica Scandinavia. Altri strumenti assimilabili a questa categoria sono l'Alphorn, il bugle, la cornetta e il cornetto rinascimentale, un corno in legno con fori d'apertura sul tubo. Il corno da orchestra fu utilizzato a partire dal 1650 circa: si tratta di una versione di maggiori dimensioni rispetto agli strumenti precedentemente costruiti, fornito di un tubo ritorto secondo un disegno circolare. Il corno da caccia, introdotto in orchestra nei primi anni del Settecento, poteva eseguire dodici note derivate dalla serie degli armonici naturali. Il corno ottenne una maggiore flessibilità intorno al 1750 con una nuova tecnica: introducendo la mano nel padiglione era possibile alterare l'altezza dei suoni fino a ottenere un tono intero. Nonostante questa innovazione fu necessario aggiungere allo strumento nuove sezioni di tubo, dette ritorte, per poter agevolmente suonare in un maggior numero di tonalità. Fu l'invenzione dei pistoni agli inizi del XIX secolo a rivoluzionare il corno. L'esecutore poteva infatti modificare la lunghezza del tubo vibrante semplicemente muovendo un dito. Un corno tagliato nella scala di fa maggiore con tre pistoni può produrre una scala cromatica completa dell'estensione di tre ottave, partendo dal si sotto alla chiave di basso (notato una quinta sopra). La tecnica dell'introduzione della mano nel padiglione è oggi utilizzata dagli esecutori per ottenere effetti espressivi modificando il timbro dello strumento. Il moderno corno in fa ha tre pistoni, un canneggio circolare che termina da un lato con una svasatura a campana e dall'altro con un bocchino a imbuto che dà al corno il suo caratteristico timbro soffice e mellifluo. Il corno doppio in fa e in si-bemolle fu introdotto intorno al 1900. Molte orchestre moderne comprendono nell'organico quattro corni. Il corno inglese è un oboe contralto.





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Strumento aerofono in ottone a canna ricurva e bocchino a tazza; possiede una cameratura cilindrica per due terzi e conica nell'ultima parte, e un meccanismo a coulisse che permette l'allungamento della canna. Le origini del trombone risalgono al XV secolo. Lo strumento fu sviluppato a partire dalla tromba e venne costruito fin da subito in diverse taglie: contralto, tenore e basso. Se si escludono il minore spessore del metallo e la campana più stretta, che donavano al trombone un suono più dolce e mellifluo, gli strumenti antichi non differiscono poi molto da quelli moderni. Con il nome di sackbut (in spagnolo sacabuche), fu uno strumento assai utilizzato nella musica da camera e da chiesa. Il trombone che potremmo definire antico cominciò il suo declino intorno all'inizio del XVIII secolo. Rimase però in uso nelle bande municipali; entrò a far parte delle bande militari solo nel tardo Settecento, nel momento in cui subì anche la modifica della morfologia della campana, che si allargò notevolmente fino a raggiungere le dimensioni mantenute ancor oggi. Nel corso del XIX secolo furono anche introdotti strumenti con pistoni e valvole, ma il timbro di questi strumenti risultò assai meno interessante di quello dei tromboni a coulisse. Il trombone tenore in si bemolle produce, con la coulisse completamente chiusa, il terzo si bemolle sotto il do centrale e di conseguenza tutti gli armonici naturali che possono essere prodotti avendo come fondamentale questa nota. La coulisse può essere tirata in sei ulteriori posizioni fondamentali, che forniscono via via un armonico di base sempre più grave (o pedale) per costruire altre successioni di note. L'ambito si estende dal secondo mi sotto il do centrale al si bemolle sopra al do centrale; inoltre vanno calcolate quattro note di pedale (si bemolle, la, la bemolle, sol; gli armonici prodotti sopra un'ulteriore nota di pedale, che fa scendere il trombone fino al mi grave, sono estremamente difficili da produrre). In orchestra viene utilizzato anche un trombone basso in fa, a volte sostituito da un trombone basso/tenore in si bemolle/fa. Fra le prime composizioni orchestrali a includere parti per il trombone cosiddetto moderno, possiamo includere il Don Giovanni (1787) di Mozart e la Quinta sinfonia di Beethoven (1808). Il trombone trovò posto stabilmente in orchestra soltanto a partire dal 1850.



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È lo strumento più grave della famiglia degli ottoni. Possiede una larga cameratura conica, da quattro a sei pistoni, imboccatura profonda a tazza, corpo e disposizione dei tubi verticali e ampio padiglione aperto verso l'alto. Brevettata nel 1835 dal maestro di banda prussiano Friedrich Wilhelm Wieprecht e dal costruttore tedesco Johann Gottfried Moritz, la tuba fu il risultato delle ricerche per la creazione di uno strumento grave della famiglia degli ottoni, fornito di chiavi e pistoni. Fra i predecessori della tuba possiamo annoverare il serpentone (strumento grave a forma di S con bocchino a tazza, corpo in legno e fori di diteggiatura) e l'oficleide (un corno basso con chiavi aggiunte). La tuba ha un'estensione di oltre tre ottave; esiste nei registri di basso (in mi bemolle o in fa) oppure come contrabbasso (in si bemolle o do). La tuba bassa, che ha il canneggio non verticale, ma avvolto a spirale, prende il nome di helicon; una variante di questo strumento è il sousaphone, che possiede un gigantesco padiglione mobile aggiunto allo strumento su suggerimento del maestro di banda statunitense John Philip Sousa (da cui il nome). Le cosiddette "tube wagneriane" sono strumenti con quattro pistoni e una larga cameratura ideati da Richard Wagner. Il compositore le fece costruire appositamente, in quanto desiderava ottenere un timbro simile a quello del corno ma che fosse ancora più grave, in modo tale da donare un colore particolare ad alcune sezioni della tetralogia dell'Anello del Nibelungo.