L'opera nel cinema
I film d'opera sono un genere
cinematografico che consiste nella riproduzione più o
meno fedele e integrale di un'opera lirica. La
contaminazione tra cinema ed opera può avvenire in
diverse maniere che hanno dato origine ad altrettanti
sottogeneri: le opere filmate, cioè la riproposizione su
pellicola della messa in scena teatrale;le opere parallele, ispirate ai libretti
d'opera e con larghe concessioni al cantato; le
biografie di cantanti e musicisti.
1. Muto (fino al 1926)
Il primo cinema attinse abbondantemente dalla
letteratura e dal teatro di ogni epoca e di ogni paese.
In particolare dalle opere liriche che richiedevano per
una più completa spettacolarizzazione cinematografica
l'uso della propria musica, magari accorciata, spezzata,
riprodotta fonograficamente o eseguita in sala da un
pianista con o senza cantanti. Si trattava di un
tentativo che il cinema faceva per nobilitare le sue
origini, per far dimenticare le lanterne magiche e i
prestigiatori che lo avevano creato, per ottenere
riconoscimenti nel mondo della cultura e della
borghesia. In particolare era il melodramma il naturale
punto di riferimento sia per chi aspirasse alla
nobilitazione artistica del nuovo mezzo, sia per chi
volesse sfruttare a scopi commerciali il potere di
attrazione del genere musicale tradizionalmente più
diffuso. Grazie soprattutto a tutto il bagaglio emotivo
che offre allo spettatore: magniloquenza, patetismo e
lirismo sentimentale.
E' significativo che negli anni '10 in Italia la casa
editrice
Sonzogno mostri l'intenzione di fondare una società
di produzione, la "Musical-film", con lo scopo
dichiarato di produrre opere cinematografiche.
I primi progetti di trasferire l'opera in film risale
agli inizi del cinema, con la pratica di visualizzare
singole arie operistiche sincronizzando proiettore e
fonografo. Le immagini non dovevano essere che un
complemento del fonografo e servire principalmente a far
vedere le persone di cui si ascoltava la voce incisa sui
cilindri.
Questo fenomeno rimarrà costante fino oltre il primo
decennio del nostro secolo, ma raggiunse le dimensioni
più vaste in Germania dove il produttore Oskar Messter,
uno dei padri del cinema tedesco, produsse tra il 1903 e
il 1913 centinaia di queste brevi pellicole dette
Tonbilder. I Tonbilder vedevano all'opera i maggiori
cantanti dell'epoca, con tanto di costumi, scenografia e
regia di personalità altrettanto famose della scena
teatrale. Anche in altri paesi esisteva una produzione
di questo tipo. Ad esempio in Francia, dove la Pathé
presentò all'inizio del Novecento il prologo di
28">
Pagliacci di
Leoncavallo su pellicola con disco sincronizzato.
Con l'avvento del lungometraggio, la trasposizione più
completa di opere liriche diventò un genere musicalmente
rilevante: si filmano veri e propri estratti di opera
destinati ad essere accompagnati da dischi. La
sincronizzazione era ottenuta con metodi sperimentali.
Nel 1903 Georges Melies produsse per la Pathè un film
ispirato al Faust. Ma il massimo sviluppo del film
d'opera si ebbe tra il 1905 e il 1910. Nel 1908 viene
prodotto un
13">
Trovatore presentato come "la riproduzione completa,
dettagliatissima, dell'intero spartito del
13">
Trovatore in cinematografia, accompagnato per tutta
l'azione dal grammofono sincronizzato".
Nel 1909 apparvero tre film tratti dal
10">
Rigoletto; uno di questi, prodotto in Francia, univa
parti dell'opera originale di Victor Hugo e musica di
Verdi utilizzando il disco sincronizzato. Sempre
nello stesso anno troviamo
60">
Manon Lescaut e
40">
Lucia di Lammermoor, realizzati dalla casa di
produzione La Nazionale, che, utilizzando
rispettivamente brani delle omonime opere di
Puccini e
Donizetti, usava un apparecchio inventato
dall'italiano Pagliej chiamato "cinemofono".
Nel 1910 fu diffusa la registrazione di un basso
dell'Opera di Parigi che cantava un'aria del Faust
dietro uno schermo sul quale si proiettava l'immagine
del cantante in azione. Nel 1914 fu realizzata a Milano
da Bertolini una pantomima cinematografica per
28">
Pagliacci, avvalendosi della partitura predisposta
appositamente dallo stesso
Leoncavallo in versione ridotta ed autonoma rispetto
all'opera originaria..
Nel 1915 DeMille produsse una celebrata Carmen che si
basava sul divismo di una delle cantanti americane più
famose dell'epoca, il soprano
Geraldine Farrar. Nonostante la disapprovazione del
"Metropolitan Opera House" la cantante accettò il ruolo
e contribuì senz'altro in maniera fondamentale al
successo della pellicola, sia per le sue doti di
attrice, sia per il puro e semplice potere di attrazione
del suo nome. La stessa opera fu parodiata l'anno
successivo da Chaplin.
Carmen rappresenta un "unicum" nella storia dell'opera
in quanto è stata l'opera più appetibile, universalmente
nota, eseguita ed ascoltata: tra il 1907 e il 1990
troviamo oltre 45 versioni legate in maniera più o meno
libera all'opera di Bizet; soprattutto in questi primi
anni in cui fino al 1920 ne troviamo addirittura una
ventina.
Nel 1916 venne prodotto in Germania Lohengrin: durante
la proiezione i solisti, il coro e l'orchestra posti
dietro lo schermo eseguivano la partitura di Wagner.
Nello stesso periodo troviamo ancora una versione
italiana della
43">
Bohème di
Puccini (1917),
35">
Tosca e
44">
Madama Butterfly in Germania (1918). Nel 1922 fu
prodotta in Germania la prima opera scritta
espressamente per lo schermo, Janseits des Stromes, in
cui nella parte inferiore dell'immagine venivano
proiettate guide musicali che permettevano al direttore
d'orchestra di sincronizzare solisti, orchestra ed
immagini.
Nel 1926 Lillian Gish fu Mimì in Bohème di King Vidor.
Questo fu un po' un caso limite in quanto la musica, per
questioni di diritti d'autore non era di
Puccini ma firmata da Mendoza e Axt.
Il capitolo sul rapporto fra opera e cinema muto si
conclude con uno degli episodi più prestigiosi
dell'epoca. Alla versione filmica de Il cavaliere della
rosa del 1926 lavorarono sia il librettista sia il
compositore dell'originale teatrale di quindici anni
prima: Hugo von Hofmannsthal stese la sceneggiatura e
Richard Strauss la musica, che non è una semplice
riduzione della partitura precedente, ma una
rielaborazione con parti nuove, espressamente scritte
per l'occasione. Il compositore stesso diresse la prima
esecuzione, con grandi difficoltà nel rispettare i
sincronismi indispensabili al cinema.
2. SONORO (dal 1927)
L'avvento del cinema sonoro rese possibili nuove
realizzazioni, impiegando soprattutto famosi cantanti.
L'uso del sonoro fu, infatti, un grande stimolo alla
produzione di film d'opera soprattutto in Italia. In
particolare la possibilità di coniugare l'immagine con
il suono produce un genere autonomo nel cinema italiano,
quello appunto denominato operistico; anche in altri
paesi (soprattutto Germania, Usa, Francia e Gran
Bretagna) si producono film ispirati all'opera lirica,
ma è solo in Italia che si sviluppa una codificazione
che rimane intatta sino alla metà degli anni '50.
Dal 1926 la compagnia americana Warner-Vitaphone
realizzò le prime registrazioni di arie d'opera con
cantanti lirici come
Gigli204">
Martinelli e
De Luca. In seguito Fortune Gallo produsse
un'edizione dei
28">
Pagliacci con i cantanti della sua San Carlo Touring
Company.
A partire dal 1932, l'Educational Films produsse una
serie di versioni condensate di 18 minuti chiamate
operalogues di Marta, Carmen,
34">
Cavalleria Rusticana e la GMG ebbe come star i
famosi cantanti Grace Moore,
Lawrence Tibbett6">
Lily Pons in lungometraggi comprendenti estratti
d'opere.
Nel 1934 trovò la via dello schermo
108">
La Serva Padrona di
Pergolesi con la regia di Giorgio Mannini,
protagonista Bruna Dragoni, il miglior esito d'opera in
film del tempo.
Vari registi presero a sostenere, sulla fine degli anni
30, la tesi che l'opera filmata fosse il genere più
adatto al film sonoro, specie in Italia, patria del
melodramma. Tale concezione trovò un acceso sostenitore
in Carmine Gallone, che già aveva partecipato alla
sceneggiatura, nel 1915, di Rapsodia Satanica, con
musiche originali di
Mascagni.
Durante il fascismo, la politica culturale era rivolta a
mettere in evidenza tutti quegli aspetti della cultura
nazionale che potevano alimentare la retorica di
un'orgogliosa rivendicazione della tipicità e della
particolarità dell'Italia. Tra questi elementi di
italianità c'era il belcanto. L'Italia veniva mostrata
come la patria dell'opera lirica, la culla del
melodramma, rispetto cui ha prodotto i più grandi
compositori. L'italianità che si esprime nell'opera
lirica è merce esportabile, su cui la propaganda può
tessere il suo lavoro, volto a far primeggiare l'Italia
nel panorama internazionale. Questo il disegno politico,
rispetto a un uso della cultura quale fattore di
propaganda del regime fascista e di Mussolini.
Le opere di Gallone rientrano in questo disegno più o
meno consapevolmente. Inizialmente firmò numerose
realizzazioni cinematografiche aventi come protagonisti
cantanti celebri, con arie e brani di opere: si
ricordano, tra gli altri, E lucean le stelle del 1935,
Solo per te del 1937 con
Gigli e Cebotari. Questi, riscuotendo grande
successo, dovevano aprire la strada al genere del film
musicale all'italiana, alla biografia di musicisti
famosi o alla versione cinematografica dei più noti
melodrammi italiani.
Ebbero allora grande diffusione alcune pellicole che
Gallone soleva chiamare "opere parallele", basate cioè
su vicende originali, parallele ed affini a quelle
narrate in musica dall'opera prescelta come riferimento.
In tale prospettiva Gallone curò la realizzazione di Il
sogno di Butterfly del 1939 con la Cebotari e
Gobbi, Amami Alfredo tratto da
8">
La Traviata del 1940 con Cebotari, Davanti a lui
tremava tutta Roma in cui la
35">
Tosca di
Puccini veniva intersecata ad episodi della
resistenza, con
Gobbi e Sinimberghi (1946), Addio Mimì con la
Eggerth e
Jan Kiepura del 1947, opera parallela che fonde la
storia d'amore con quella della
43">
Bohème, l'opera che i due innamorati devono
interpretare.
A queste pellicole alternò la realizzazione di vere e
proprie opere filmate propiziando un gusto popolare di
grande risonanza dopo il secondo conflitto mondiale.
Tra i film di vere e proprie opere diretti da Gallone si
ricordano, tra gli altri,
60">
Manon Lescaut del 1940,
10">
Rigoletto del 1946 con protagonista
Tito Gobbi e orchestra diretta da
Tullio Serafin,
8">
Traviata del 1947 con protagonista N. Corradi,
11">
La forza del destino del 1950 con Corradi,
Mancini, Sinimberghi,
Galliano Masini240">
Giulio Neri e
Tito Gobbi.
Questo può essere considerato uno dei migliori film
d'opera di Gallone in quanto, per mettere adeguatamente
in scena il capolavoro verdiano non trascura nessuna
delle risorse offerte dal cinema alternando
continuamente toni e generi, dall'eroico al grottesco,
dal mistico al melodrammatico. Il racconto viene poi
introdotto dal poeta seicentesco Savedra, come a
dimostrare che il cinema non è l'altro che l'estensione
dell'opera nello spazio e nel tempo.
E ancora
13">
Il trovatore del 1949 con
Pederzini, Sinimberghi,
Mascherini, Colonnello; La leggenda di Faust del
1949 con musiche di Gonoud insieme ad alcune pagine
tratte dal
31">
Mefistofele di
Boito e con Gino Mattera;
34">
Cavalleria
34">
Rusticana del 1953 con
Tito Gobbi.
Seguono
44">
Madama Butterfly nel 1954 con voce di Orietta
Moscucci, produzione italo-giapponese che univa attori
giapponesi a cantanti italiani; è una fedele versione
dell'opera di
Puccini su libretto di
Illica e
Giacosa, preceduta da un breve prologo che ambienta
la situazione a Nagasaki; Casta diva del 1955;
35">
Tosca del 1956 con Franco Corelli e
Afro Poli, girata al Teatro dell'Opera di Roma e a
Cinecittà.
Anche nel dopoguerra Gallone continua la sua produzione
di film melodrammatici concentrandosi su vicende che
sono ricavate dall'opera lirica. Si propone ancora una
volta come regista funzionale alle richieste che gli
provengono dal mondo della produzione. La cinematografia
italiana nel dopoguerra punta anche al film d'opera per
trovare un suo spazio di specificità, e quindi una
capacità di penetrazione del mercato nazionale e dei
mercati esteri. Gallone coglie al volo questa occasione
e intensifica il suo lavoro in questa direzione.
Sempre in Italia altri registi si dedicarono al genere
dell'opera filmata.
Mario Costa che nel 1946 firmò
1">
Il Barbiere di Siviglia, primo esempio di opera
lirica adattata per lo schermo girato interamente in
studio; C. Mastrocinque firmò Figaro e
1">
Barbiere di Siviglia nel 1955 con
Gobbi e
Giulio Neri; Mario Costa diresse
46">
L'elisir d'amore nel 1946 con N. Corradi,
Sinimberghi e
Gobbi;
28">
Pagliacci, trasposizione fedele dell'opera di
Leoncavallo preceduta da una breve introduzione, nel
1948 con due distinte compagnie, dove figurano attori di
cinema come Gina Lollobrigida e cantanti come
Fineschi126">
Masini e
Gobbi; poi Il segreto di Don Giovanni del 1951 e Gli
amori di
60">
Manon Lescaut del 1955. Clemente Fracassi realizzò
nel 1953
12">
Aida condensando l'opera verdiana e impiegando due
distinte compagnie d'interpreti tra cui Sophia Loren con
voce di
Renata Tebaldi, e nel 1956
33">
Andrea Chénier.
Fernardo Cerchio diresse nel 1948 la
352">
Cenerentola con Lori Randi e voce di
Fedora Barbieri. G. del Signore realizzò nel 1952
48">
Sonnambula con Paola Bertini, con la voce di
Fiorella Ortis, e
55">
La favorita nello stesso anno con Sophia Loren e
voce del soprano Palmira Vitali Marini. Ancora si
ricordano: Amleto Palermi con
46">
Elisir d'amore nel 1941, Piero Ballarini regista
della
40">
Lucia di Lammermoor del 1946 con N. Corradi; Flavio
Calzavara con
10">
Rigoletto e la sua tragedia del 1954, protagonista
Aldo Silvani. E' un adattamento del dramma verdiano in
cui fra le parti dialogate si inseriscono le arie più
note interpretate da
Tito Gobbi (10">Rigoletto),
Giuseppina Rinaldi (Gilda) e
Mario del Monaco (duca di Mantova); Giuseppe
Fatigati con
28">
Pagliacci del 1943 con protagonista
Beniamino Gigli. E' un curioso melodramma che
mescola la storia con la musica.
Max Calandri produce nel 1948 Lohengrin di Wagner con
Antonio Cassinelli; Giacomo Gentilomo ha diretto nel
1957 Siegfried con Sebastian Fischer; nel 1958 Vladi
Orengo è stato il regista di Maestro di cappella di
Cimarosa con Borgonovo; Enrico Fulchignoni ha
diretto nel 1959 Il combattimento di Tancredi e Clorinda
di
Monteverdi.
In particolare dopo la seconda guerra mondiale, i film
d'opera si sono moltiplicati diffondendosi non solo
nelle sale, ma anche attraverso la televisione. I
rapporti tra il cinema e l'opera si arricchiscono, con
risultati talvolta interessanti: ma siamo sempre
sull'episodico, senza che vere e proprie scuole si
formino e senza che i film ottengano risultati tali da
produrre codificazioni.
Alcune realizzazioni non si allontanano molto dalla pura
e semplice rappresentazione filmata. E' il caso
soprattutto di numerose rappresentazioni italiane degli
anni '50, che si differenziano da uno spettacolo in
quanto ripropongono una forma notevolmente ridotta come
ad esempio il già citato
1">
Il Barbiere di Siviglia di Mastrocinque del 1955.
Altri autori, senza uscire dallo spazio scenico, fanno
uso di grande mobilità per realizzare un lavoro di
autentica creazione.
L'esistenza di uno specifico genere cessa non a caso
intorno al 1955, quando profonde modificazioni etniche e
sociali si ripercuotono su tutta la produzione culturale
italiana, cinema compreso. Superata dall'interesse per
la televisione e dalla diffusione della musica leggera,
l'opera lirica vede drasticamente diminuire i consensi
di pubblico. Non vi è più motivo che un cinema
operistico continui a vivere. Questo però non significa
che film ispirati ad opere liriche non continuino ad
essere prodotti in Italia come all'estero.
In Gran Bretagna nel 1937 K. Grune realizzo i
28">
Pagliacci; più tardi, nel 1950, Michael Powell e
Emerio Pressburger portarono sullo schermo I racconti di
Hoffmann di Hoffenbach con uno straordinario
allestimento scenico e un cast di cantanti tra cui Moira
Shearer, Ludmilla Tcherina con l'orchestra diretta da
Thomas Beecham. Sempre in Inghilterra, nel 1952,
Peter Brook firmò The Beggar's Opera di J. Gay e J. C.
Pepush, con Lawrence Oliver come protagonista.
Strettamente aderenti alla concezione della fedele
ripresa cinematografica di un allestimento teatrale
furono vari registi nei paesi tedeschi. Si ricordano Le
nozze di Figaro del 1949 di Georg Wildhagen e
specialmente Don Giovanni di Paul Czinner del 1954 che
riprende, con precisione assoluta, l'allestimento
salisburghese diretto da Wilhelm Furtwangler e un cast
favoloso di interpreti, come la Grummer, la
Berger, Edelmann, Dermota con la Filarmonica di
Vienna. Un'altra versione cinematografica dell'opera di
Mozart fu realizzata l'anno dopo in Austria da W.
Kolm-Veltée.
Ancora in Germania, nel 1950, Wildhagen ha firmato
l'opera Le allegre comari di Windsor di Nicolai con i
cantanti dell'Opera di Stato di Berlino. In
Cecoslovacchia è stata filmata La sposa venduta di
Smetana, nel 1913 da Max Urban e nel 1933 da V. Vancura,
pur se la più celebre realizzazione filmica resta quella
diretta nel 1932 da Max Ophul. Si ricordano ancora
Dalibor del 1956, l'opera di Smetana filmata da K.
Kriska; Louise di Charpentier del 1938 di Abel Gance;
nel 1961 Fidelio di Beethoven di Walter Felsenstein.
Varie opere filmate sono state prodotte anche in Russia.
A tale proposito la più celebre è stata Boris Godunov
del 1954 di Vera Stroijeva, dove la presenza della
ripresa cinematografica si evidenzia soltanto nelle
grandi scene di massa. Ancora la Stroijeva ha firmato
nel 1959 con la partitura di Mussorgskij riveduta da
Dimitri Scjostakovic. Pur se non strettamente un'opera,
quanto piuttosto una cantata drammatica, è l'Aleksander
Nevskij, realizzato nel 1940 da Eisenstein in stretta
collaborazione col musicista Sergej Prokofiev.
Ancora ricordiamo film in cui, rispetto all'allestimento
teatrale, viene ad assumere un maggior rilievo
l'elemento cinematografico, anche per l'incidenza di una
apposita sceneggiatura. Due esempi memorabili furono
realizzati da G. W. Pabst con L'opera da tre soldi del
1951 di Brecht-Weill con Lotte Lenya, attrice-cantante,
e con Don Quixote del 1953 con
Fedor Chaliapine nel ruolo del protagonista della
partitura omonima di Massenet. Anche The Medium di
Giancarlo Menotti fu un esito brillantissimo in
quanto la tecnica cinematografica, utilizzata in maniera
fluida, riuscì a captare esattamente la massima
incisività dell'interpretazione. Nel 1959 troviamo Porgy
and Bess di Gershwin con la regia di Otto Preminger.
Dopo una lunga eclissi del genere del film d'opera, si
sono avuti negli anni '70 due esiti clamorosi che hanno
sconvolto tutte le concezioni precedenti, anche se hanno
raggiunto esiti divergenti, cioè Trollfloiten (Il flauto
magico) di Ingmar Bergman del 1975 e Don Giovanni di
Joseph Losey del 1979.
Il Flauto magico rappresenta un unicum non solo nella
filmografia del regista, ma anche nella storia del
genere, e per questo osannato sia dai critici
cinematografici che da quelli musicali: il segreto della
riuscita è nello straordinario equilibrio tra musica
teatro e cinema, tre arti riunite all'insegna di una
giocosa, intima e sensuale rappresentazione, cosciente
di essere pura creazione (alla fine di ogni scena
appaiono inquadrature di giovani spettatori) e con
sottotitoli inseriti direttamente nell'azione mediante
cartelli portati dagli stessi personaggi.
Nel Don Giovanni l'autore ha spogliato l'azione dagli
elementi troppo teatrali, calandola nel realistico
scenario del Veneto e delle cinquecentesche ville
palladiane. L'articolazione formale del film risulta
abbastanza aderente alla segmentazione prevista dal
librettista e compositore. L'opera si connota per la
scelta di realizzare un film su un'opera, interamente
cantata, seguita da capo a fondo, senza fermarsi
all'ambientazione teatrale. Innesta il linguaggio
proprio e particolare del film sopra il linguaggio
dell'opera: non forza l'opera dentro i meccanismi propri
del linguaggio filmico, ma ha trovato una misura per cui
il film non rinuncia a certe sue proprietà non gravando
tuttavia sull'opera.
Va segnalato un altro, diverso approfondimento
dell'opera di Losey, Mosè e Aronne, fedelissima versione
dell'opera di Arnold Schonberg, di Straub e Huillet che
privano l'immagine di qualunque attrattiva a favore di
un cinema di pensiero.
Dal 1970 in poi, seguendo una generale tendenza
dell'industria del cinema, diminuì la produzione di film
d'opera, a causa soprattutto di una sempre maggiore
diffusione della televisione, di produzioni
cinematografiche per la tv, di videocassette.
Ricordiamo nel 1976 Der Fliegend Hollander realizzato
per la televisione da Brian Large, che divenne poi negli
anni successivi uno dei più importanti registi di opere
e concerti per la televisione.
Altri importanti registi presero parte alla produzione
di film d'opera. Ricordiamo l'italiano Franco Zeffirelli,
la cui produzione della
43">
Bohème realizzata alla Scala fu ricreata per lo
schermo nel 1965 con Mirella Freni. Realizzò inoltre nel
1982
8">
La Traviata con Teresa Stratas. Zeffirelli mette in
scena un "musical alla cui colonna sonora ha pensato
Verdi", privilegiando la scenografia a scapito
dell'introspezione psicologica e dell'interpretazione
musicale sacrificando arie celebri.
a scapito dell'introspezione psicologica e
dell'interpretazione musicale sacrificando arie celebri.
Poi
25">
Otello nel 1986 con Placido Domingo. Il film è una
libera versione dell'opera di
Giuseppe Verdi, con l'aggiunta di alcune danze e di
alcuni tagli, che accosta cantanti veri ad attori
doppiati. L'orchestra è diretta da Lorin Maazel.
Nel 1984 Francesco Rosi realizzo Carmen con Placido
Domingo. Si tratta di un film d'opera molto fedele
all'opera di Bizet, anche se Rosi trasporta i cantanti
in una Spagna realistica e solare, eliminando così gli
elementi troppo teatrali.
Nel 1987 Luigi Comencini realizzò
43">
La Bohème. Grazie ad una regia realistica tesa a
evitare il rischio dell'opera filmata, si crea un buon
rapporto tra il canto e lo spazio cinematografico. I
melomani e alcuni critici musicali hanno protestato per
la riduzione dell'opera a mera colonna sonora e per
l'interpretazione non molto convincente di Carreras.
Rispetto all'opera la versione di Comencini dura di
meno.
Infine merita almeno una citazione il film d'operetta,
di cui gli esiti più convincenti furono The Merry Widow
del 1925 di E. von Strhoeim e di Lubitsch del 1934.
L'affermazione della cine-operetta può essere collegata
al successo del sonoro ed ebbe il suo sviluppo più
naturale nei paesi ove l'operetta aveva avuto una solida
tradizione come forma teatrale e un sicuro successo di
pubblico: Austria, Germania e Ungheria per l'operetta di
gusto viennese, e Inghilterra per il teatro di Gilbert &
Sullivan. Si ricordano soltanto Die Fledarmaus di C.
Lamac del 1931 sull'omonima operetta di J. Strauss, Im
weissen Rossl del 1935 dello stesso Lamac dall'omonimo
lavoro di R. Benatzky, Wiener Blut di W. Forst del 1942
sull'analogo lavoro di J. Strauss, The Mikado di V.
Schertzinger del 1939 sull'omonima opera di Gilbert &
Sullivan.
Al di là dell'oceano Atlantico la lezione di Lubitsch si
è praticamente trasferita al musical americano, di cui
l'esempio più emblematico fu offerto da Oklahoma! del
1943 di Rodgers & Hammerstein.
Sara Contavalli
DAMS TORINO, INDIRIZZO MUSICA
III° anno
Torino, gennaio 2004
BIBLIOGRAFIA:
COLAZZO C., Musica al cinema: l'opera; percorsi
cinematografici per la scuola, Tiziana Rusconi, Trento,
2002.
DI GIAMMATTEO F., Dizionario universale del cinema,
Editori Riuniti, Roma 1990
KERMOL E., TESSAROLO M. (a cura di), La musica del
cinema, Bulzoni,
MANVELL R., HUNTLEY J., Tecnica della musica nel film,
Edizioni di Bianco e Nero, Roma 1959.
MEREGHETTI P., Dizionario dei film 2002, Baldini&Castoldi,
Milano, 2002.
MICELI S., La musica nel film, Dicanto edizioni,
Fiesole, 1982.
RONDOLINO G., Cinema e musica. Breve storia della musica
cinematografica, Utet, Torino, 1991.
SIMEON E., Per un pugno di note, Rugginenti editore,
Milano 1995
SEMET T. (a cura di), Il musical. Storia illustrata del
cinema, Milano libri edizioni, Milano, 1977.
Dizionario enciclopedico dell'opera lirica
Grance enciclopedia della musica lirica, ed. Longanesi e
Periodici
1903 FAUST realizzato dalla Path*.
1904 PARSIFAL di Thomas Edison di 22 minuti in cui gli
otto momenti più salienti del dramma erano uniti fra
loro da diapositive esplicative e con una partitura
sintetica per l'accompagnamento al pianoforte.
1908 MANON LESCAUT (casa di produzione La Nazionale)
LUCIA DI LAMERMOOR (casa di produzione La Nazionale)
IL TROVATORE di Lamberto e Azeglio Pineschi
1909
RIGOLETTO
MANON LESCAUT realizzato in Italia
1910 FAUST di Henri Andreani e Georges Fagot
LUCIA DI LAMERMOOR realizzato in Italia
1911
AIDA
1913 RICHARD WAGNER di Carl Froelich prodotto in
Germania con commento musicale attinto dall'opera di
Wagner. Protagonista Giuseppe Becce
1915 PEER GYNT di Oscar Apfel Usa
1915 CARMEN di Cecil B. de Mille con Geraldin Ferrar
1916 LOHENGRIN
1926
LA BOHEME di King Vidor con Lillian Gish, John
Gilbert, Renée Adorée, Roy d'Arcy, Edward Everett Horton.
IL CAVALIERE DELLA ROSA con arrangiamento scritto dallo
stesso Strauss
1933 CARMEN di Lotte Reiniger
1935 CASTA DIVA di Carmine Gallone con Sandro Palmieri,
Martha Eggerth, Bruna Dragoni, Lamberto Picasso,
Gualtiero Tumiati, Ennio Carlesi, Maurizio D'Ancona.
(Vita di
Bellini)
1939
MANON LESCAUT di Carmine Gallone con Alida Valli,
Vittorio De Sica, Elisa Cegani.
1940 AMAMI ALFREDO di Gallone tratto da
La Traviata con Cebotari.
1943 PAGLIACCI di Giuseppe Fatigati con Alida Valli,
Paul Horbiger,
Beniamino Gigli, Carlo Romano, Karl Martell. Scene
musicali interpretate da Beniamino Gigli
Adriana Perris e
Leone Paci.
1946
IL BARBIERE DI SIVIGLIA di Mario Costa con
Ferruccio Tagliavini
Tito Gobbi, Nelly Corradi, Vito de Taranto,
Italo Tajo, Natalia Nicolini.
RIGOLETTO di Carmine Gallone con
Tito Gobbi, Marcella Govoni (voce di
Lina Pagliughi),
Mario Filippeschi240">
Giulio Neri943">
Anna Maria Canali.
LUCIA DI LAMMERMOOR di Piero Ballerini con Nelly
Corradi,
Afro Poli
Mario Filippeschi, Aldo Ferracuti, Loreta di Lelio,
Italo Tajo.
1947
L'ELISIR D'AMORE di Mario Costa con Nelly Corradi,
Gino Sinimberghi,
Tito Gobbi266">
Italo Tajo, Gina Lollobrigida, Silvana Mangano.
ADDIO MIMI' di Carmine Gallone con
Martha Eggerth115">
Jan Kiepura, John Abbott, Marc Platt, Gil Lamb,
Sterling Hoolway.
1949
IL TROVATORE di Gallone con Vittoria Colonnello (con
voce di Franca Sacchi), Gino Sinimberghi (con voce di
Antonio Salvarezza), Gianna Pederzini
Enzo Mascherini, Enrico Formichio.
PAGLIACCI (AMORE TRAGICO) di Mario Costa con Gina
Lollobrigida (voce di Onelia Fineschi),
Afro Poli (voce di
Galliano Masini),
Tito Gobbi, Morucci (voce di Gino Sinimberghi).
1950
LA FORZA DEL DESTINO di Gallone con Nelly Corradi,
Gino Sinimberghi,
Tito Gobbi240">
Giulio Neri, Vito De Taranto, Mira Vargas, John
Kitzmiller, Fausto Tommei, Nerio Bernardi.
1952
PUCCINI di Gallone con Gabriele Ferzetti, Marta
Toren, Nadia Gray, Paolo Stoppa, Myriam Bru, Sergio
Tofano. Le parti cantate sono eseguite da
Beniamino Gigli
Antonietta Stella785">
Rossana Carteri240">
Giulio Neri e
Gino Penno. (vita di
Puccini).
LA FAVORITA di Cesare Barlacchi con Gino Sinimberghi,
Sophia Loren (voce del soprano Palmira Vitali Marini),
Franca Tramantini (voce del mezzosoprano Miriam di
Giove),
Paolo Silveri675">
Alfredo Colella.
1953
AIDA di Clemente Fracassi con Sophia Loren (doppiata
da
Renata Tebaldi), Lois Maxwell (voce di
Ebe Stignani), Luciano Della Marra (voce di
Giuseppe Campora),
Afro Poli (voce di
Gino Bechi),
Antonio Cassinelli (voce di
Giulio Neri), Enrico Formichi, Alba Arnova.
1954
10">
RIGOLETTO E LA SUA TRAGEDIA di Flavio Calzavara con
Aldo Silvani, Janet Vidor, Gerard Landry, Cesare
Polacco, Franca Tamantini, Nietta Zocchi.
1954 CASTA DIVA di Gallone con Antonella Lualdi, Nadia
Gray, Maurice Ronet, Renzo Ricci, Jaques Castelot,
Fausto Tozzi, Marina Berti, Paola Borboni, Camillo
Pilotto
1955
MADAMA BUTTERFLY di Gallone con Kaoru Yachigusa (con
voce di Orietta Moscucci), Nicola Filacuridi (con voce
di
Giuseppe Campora), Michico Tanaka, Josephime Corry.
FIGARO,
BARBIERE DI SIVIGLIA di Mastrocinque con
Tito Gobbi, Irene Genna (voce di
Giulietta Simionato), Cesco Baseggio (voce di
Nicola Monti),
Giulio Neri, Armando Francioli.
1956
TOSCA di Carmine Gallone con Franca Duval (voce di
Maria Caniglia),
Afro Poli (voci di
Gian Giacomo Guelfi), Vito de Taranto, Antonio
Sacchetti, Aldo Corelli, Ferdinando Alfieri.
1975 IL FLAUTO MAGICO di Ingmar Bergman con Josef
Kostlinger, Irma Urrila, Hakan Hagegard, Elisabeth
Eriksson, Ulrik Cold, Bergit Nordin, Ragnar Ulfung.
Musica eseguita dall'orchestra della radio svedese
diretta da Eric Ericson.(impianto teatrale dichiarato,
svelato nei suoi retroscena ed esibito come tale).
1974 MOSE' E ARONNE di Jean-Marie Straub e Daniel
Huillet con Gunther Reich, Louis Devos, Eva Csapo, Reger
Lucas, Werner Mann, Ladislav Illavsky.
1979 DON GIOVANNI di Joseph Losey con Ruggero Raimondi,
John Macudy, Edda Moser, Kiri Te Kanava, Kenneth Riegel,
José Van Dam, Teresa Berganza, Eric Adjani. Orchestra e
coro dell'Opera di Parigi diretti da Lorin Mazeel.
1983
TRAVIATA di Franco Zeffirelli con Teresa Stratas,
Placido Domingo, Cornell Mac Neil, Alan Monk, Azelle
Gall, Pina Cei, Maurizio Barbacini.
1984 CARMEN di Francesco Rosi con Placido Domingo Julia
Migenes-Johnson, Ruggero Raimondi, Faith Esham, Julien
Guiomar.
1986
OTELLO di Franco Zeffirelli con Placido Domingo,
Katia Ricciarelli, Justino Diaz, Urbano Barberini, Petra
Malakova, Massimo Foschi, Remo Remotti, Sergio Nicolai.
Orchestra diretta da Lorin Maazel.
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