Consigli d'ascolto
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Don Giovanni ha una trama teatrale fluida ed equilibrata, senza punti-morti in attesa delle sceneclou, della tal aria-assolo o del tal duetto o concertato. In esso si alternano commedia e tragedia non essendoci un tema tra i due che mantiene il sopravvento.
Quest'altalena si regge sulla definizione-caratteri dei singoli personaggi in scena, con diversi motori contemporanei che testo e musica mettono sotto il riflettore. In Don Giovanni, ogni personaggio non è completo se non lo si pone in relazione con gli altri: il personaggio Don Giovanni è incompleto/imperscrutabile se non lo si colloca in relazione con Leporello, con le donne, con il Commendatore. Questa multilateralità amplifica l'esigenza che ogni interprete sia consapevole che ogni ruolo rimane incompleto e non acquista senso se non in relazione con gli altri: è TEATRO insieme a SUONO e i due aspetti camminano insieme, senza che l'uno predomini o si eclissi rispetto all'altro.
In questa complementarietà,tra teatro e suono, tra temiseri e temigiocosi, tra ambiguità e chiarezza risiede la grandezza di quest'opera che segna contemporaneamente il punto d'arrivo del teatromusicale settecentesco e il punto d'avvio del teatromusicale-melodramma del secolo seguente.
Senza la consapevolezza di tutto ciò,risulta difficile cogliere-apprezzare il suo contenuto complessivo.
Le Vocalità
Don Giovanni porta la vocalità basso cantabile ad essere centro-protagonista di un'opera, in ciò anticipando scelte del secolo successivo. Il disincanto-distacco-lassismo che permea il carattere DonGiovanni può esprimersi compiutamente se la voce non ha alcuna ombrosità-pesantezza-concretezza terrena che deriva dai tonigravi/pieni del basso.
Leporello ha sì un'estensione vocale simile al personaggio principale (il basso-cantabile o il basso-baritono) ma il "colore-voce" è tutto diverso.
Sono due personaggi che quindi si cantano sì con la stessa estensione vocale, ciò occorre anche perchè per buona parte dell'opera i due si scambieranno i "panni" , ma i due personaggi richiedono qualità-suono opposte.Don Giovanni è tutt'altro che buffo, Leporello ha molti tratti da commedia dell'arte settecentesca, ricorda l'Arlecchino goldoniano o le maschere del Gozzi.Il suo motore sono l'opportunismo utilitarista, il timore del servo ma al contempo la baldanza di chi si rende conto di poter vivere senza padroni (Notte e giorno faticar con cui inizia l'opera e tratteggia sè può essere il manifesto del "vorrei ma non posso").
Masetto, Don Ottavio
L'uno è il contadino, promesso sposo di Zerlina e l'altro è il cicisbeo-nobile della nobildonna Anna. Entrambi dovrebbero contrastare l'irrispettosità delle regole di Don Giovanni con le rispettive amate e offrono risposte opposte: Masetto è disposto a tutelare Zerlina e l'onore con mezzi concreti, sporcandosi le mani. Conte Ottavio si limita a placare-confortare Donna Anna con modi e toni affettati.
A questo corrispondono infatti due vocalità opposte: Masetto è un baritono pieno, DonOttavio è un tenore di grazia/leggero.
Donna Anna, Donna Elvira, Zerlina
Donna Anna è imbrigliata nei canoni della nobiltà: si illude probabilmente che i suoi privilegi di casta la rendano immune dai giochi vacui di Don Giovanni, ossia si illude di avere le carte in regola per esser presa sul serio e rispettata. Quando Don Giovanni le uccide il padre, in lei resta solo risentimento-delusione-odio-frustrazione e questo registro canta per tutta l'opera. La sua vocalità è un mix di soprano di coloratura e soprano drammatico.
Quel tipo di vocalità sarà il prototipo-soprano di molti dei ruoli drammatici femminili nel repertorio della prima metà 800 (Donizetti-Bellini-Verdi).
Donna Elvira per gran parte dell'opera è mossa dall'idea che Don Giovanni possa pentirsi-redimersi ed esser infine conquistato da lei. Leporello nel primo atto le svela il comportamento da impenitente del suo padrone,ma lei pur di non vedere il reale sceglie la via del "io ti salverò, ti pentirai, e con me troverai pace-stabilità". Dopo esser stata ingannata più volte nel corso del secondo atto, stremata psicologicamente arriva a cantare "Mi tradì quell'alma ingrata" nel prendere atto che il suo proposito è fuori dalla realtà. Vocalmente, donna Elvira inizialmente era interpretata da soprano lirico, ma nel corso del tempo il suo ruolo-voce è affidato a mezzo-soprano.
Zerlina non ha la rassegnazione-accettazione delle regole di censo:la servetta acconsente alle avances del nobilotto. Si oppone con i mezzi che ha, ma senza ambiguità. Conosce bene la differenza tra la concretezza dello sposo Masetto e la vacuità di Don Giovanni. Vocalmente Zerlina è un soprano lirico o un mezzosoprano. Come Susanna di "NozzeFigaro" che non cade nei tranelli del padron-conte e sa autodifendersi, anche Zerlina segue quel tratto..... come LocandieradiGoldoni, come Rosina del BarbiereRossini.Sono donne di un nuovo ceto, sconosciuto nel '700.
Commendatore
Richiede la vocalità di Basso Profondo. Incute timore, terrore della certezza della pena/sanzione in uomini normali (Leporello).
Rappresenta il principio regolatore che regola rapporti e convenzioni sociali, quel principio che Don Giovanni viola sia quando uccide il nobile Commendatore, sia quando seduce e fugge da Donna Anna e Donna Elvira,sia quando insidia Zerlina appena sposa.
E' la sanzione-condanna che spetta al trasgressore che si materializza in scena e cattura-dissolve il dissoluto impenitente.